“L’esperienza è finita troppo presto. La rifarei ancora per mille volte”. Rosalba racconta il suo tirocinio a Portsmouth

Finanziato dai Fondi Strutturali Europei, il Programma Operativo Nazionale (PON) punta a creare un sistema d’istruzione e di formazione di elevata qualità. “In buona sostanza il PON aiuta gli...

Finanziato dai Fondi Strutturali Europei, il Programma Operativo Nazionale (PON) punta a creare un sistema d’istruzione e di formazione di elevata qualità.

“In buona sostanza il PON aiuta gli studenti – spiega Rosalba Perjoka che lo scorso anno ha vissuto per un mese una esperienza, a suo dire, molto positiva a Portsmouth – a sviluppare le loro attitudini attraverso sia l’impegno culturale sia attraverso le esperienze pratiche.”

Nell’esternare il suo entusiasmo per l’opportunità concessale dalla sua scuola, l’Istituto Tecnico Tecnologico Statale “Niccolò Copernico” di Barcellona in Sicilia, Rosalba che quest’anno frequenta il quinto anno si lascia prendere dalla commozione.

“Ho trascorso un mese bellissimo – racconta – siamo partiti in 15 e alloggiavamo in una host family, ovvero una famiglia d’accoglienza che ospita studenti stranieri. I primi giorni sono stati dedicati a un orientamento di tipo lavorativo realizzato da Training Vision. Ci hanno insegnato come impostare un curriculum prestando attenzione a non tralasciare nulla d’importante e puntando sulla propria formazione.

La formula vincente, come ci hanno evidenziato, è data dalla semplicità. Abbiamo imparato che un buon curriculum vitae è sempre corredato di una lettera di presentazione adatta alla posizione lavorativa che si sta cercando e dobbiamo sempre dare l’idea di conoscere l’azienda che si sta contattando informandoci sui loro prodotti e su ciò che promuovono. Chiarezza e semplicità sono le due parole chiave senza inventare capacità o conoscenze che non si hanno. Abbiamo poi iniziato a lavorare in aziende diverse. Naturalmente c’è chi si è trovato bene, chi invece si è lamentato per l’organizzazione o per le distanze.

Io posso confermare di essere stata molto fortunata. La mia azienda a dire il vero era un po’ distante da Portmouth ma sono sempre riuscita ad arrivare in orario. Alle 8 prendevo un bus che mi portava alla stazione. Il treno partiva alle 8,42. Dopo 45 minuti di viaggio mi aspettava un tratto di strada che percorrevo a piedi per 10 minuti. Non mi è pesato nulla. Entravo in azienda, la James Computer, fresca come una rosa e sempre di buon umore. Il lavoro era abbastanza interessante. I computer vecchi venivano buttati, molti potevano essere riparati e riutilizzati. Sono stata affiancata da operai specializzati molto bravi a spiegarmi quello che dovevo fare e sempre col sorriso. Anche se talvolta facevo qualche errore non mi riprendevano con maniere brusche. Anzi mi ripetevano che sbagliando si impara. Mi sono integrata in quel contesto senza mai sentirmi come un’estranea. L’esperienza è finita troppo presto. La rifarei ancora per mille volte. Non esagero. Quando penso alla host family – prosegue il suo racconto minuziosamente – mi viene da piangere. La casa era molto accogliente e la proprietaria che lavorava all’Università ci viziava di sera con le sue specialità culinarie. Aveva molta fantasia in cucina e tanta passione. L’unica cosa che ci ricordava ogni giorno era quella di non occupare il bagno per troppo tempo e di non rientrare molto tardi la sera. Il tempo libero l’ho utilizzato per visitare le realtà che avevo studiato sui libri o visto in televisione. Ho avuto il piacere di ammirare Brighton, Oxford, Londra. Città meravigliose in cui il tempo è passato troppo in fretta. E’ stata per me – non si stanca di ripetere – un’esperienza costruttiva, ho conosciuto un gruppo di ragazze delle Marche con le quali mantengo tuttora i contatti. Una di loro mi ha invitata alla festa dei suoi 18 anni. Ci sentiamo almeno una volta a settimana e ci ripromettiamo di ritornare a Porthsmouth quanto prima. Non vedo l’ora di terminare quest’ultimo anno di scuola per poi frequentare la Facoltà di Sociologia o Psicologia. Devo ancora decidere bene. Mi auguro che questi mesi passino in fretta. Voglio terminare questo ciclo di studi – conclude sospirando – per iniziarne un altro che mi proietti nel futuro lavorativo. Nel frattempo non smetto di sognare ad occhi aperti. La fantasia mi aiuta a vivere meglio. Il mio sogno più frequente? Un aereo che in pochissimo tempo mi accompagni a Portsmouth!”

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