5 consigli per rendere efficace la didattica a distanza

“Per apprendimento online (noto anche come apprendimento in linea, teleapprendimento, teledidattica o con il termine inglese e-learning) s’intende l’uso delle tecnologie multimediali e di internet per migliorare la qualità dell’apprendimento facilitando l’accesso alle risorse e ai servizi, così come anche...

“Per apprendimento online (noto anche come apprendimento in linea, teleapprendimento, teledidattica o con il termine inglese e-learning) s’intende l’uso delle tecnologie multimediali e di internet per migliorare la qualità dell’apprendimento facilitando l’accesso alle risorse e ai servizi, così come anche agli scambi in remoto e alla collaborazione a distanza.”

Così definisce “l’apprendimento online” la Commissione delle Comunità Europee nel documento COM (2001)172 del 28 marzo 2001. Nel documento si legge che l’utilizzo dell’e-learning fa propri, integrandoli, gli obiettivi di e-Europe, tra cui sostenere l’evoluzione dei programmi scolastici per tener conto dei nuovi metodi di apprendimento e dell’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Inoltre in questo periodo difficile che tutta l’Italia sta affrontando per via della diffusione del coronavirus e, data la chiusura di tutte le scuole fino al 15 marzo, la didattica a distanza diventa fondamentale per tutti i dirigenti e i docenti e diventa sempre più importante per non bloccare la formazione e la crescita delle nuove generazioni.

Ma come si può realizzare una didattica a distanza che sia efficace? Noi per supportarvi in questo momento vi vogliamo dare 5 consigli:

1. Seguire le linee guida del ministero dell’Istruzione, che ha lanciato un sito per fornire alle scuole gli strumenti da usare per la didattica digitale. Dalla piattaforma del MIUR è possibile accedere a strumenti di cooperazione, scambio di buone pratiche e gemellaggi fra scuole, webinar di formazione, contenuti multimediali piattaforme certificate.

2. Scegliere i giusti materiali da condividere con gli studenti, in base agli obiettivi di apprendimento impostati. In rete ci sono molti materiali digitali, ma è importante valutare bene la fonte e la qualità educativa degli stessi.

3. Creare materiali fruibili dagli studenti. Non serve scannerizzare un foglio cartaceo e condividerlo (spesso anche in bassa qualità), ma è necessario che il materiale sia creato direttamente in digitale, cosicché gli studenti possano svolgere gli esercizi o le verifiche direttamente online, facilmente. Anche l’insegnante può, così, ricevere e analizzare i risultati molto più velocemente e agevolmente.

4. Utilizzare strumenti adeguati alla didattica a distanza, integrabili tra loro. In rete sono molti gli strumenti utili all’e-learning, ma non tutti sono intuitivi, di facile utilizzo e con la possibilità di condividere materiali tra le varie piattaforme, con pochi click. Tutto questo è possibile con la suite Google for Education, che comprende una serie di app per comunicare (messaggistica instantanea, videochiamate, e-mail) collaborare e creare materiali (testi, fogli di lavoro, presentazioni, test e verifiche); tutto è poi condivisibile direttamente sulla classe virtuale Google Classroom, dove è possibile anche scambiarsi comunicazioni e informazioni, assegnare/consegnare compiti e dare valutazioni.

5. Offrire supporto agli studenti. È importante che gli alunni si sentano comunque seguiti dal docente, anche se la formazione avviane distanza; per questo è importante utilizzare chat o altri strumenti che consentano di rispondere alle loro delucidazioni e di fornire feedback sulle attività svolte.

Questi sono solo alcuni consigli per sostenervi nella didattica a distanza, se vi interessa approfondire questi temi potete visitare questa pagina dedicata alla didattica digitale in generale e questa dedicata invece a Google for Education.

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Mariassunta Telesca

Laureata in Filologia Moderna, Giornalista pubblicista, da sempre appassionata di innovazioni digitali. “Come la tecnologia può aiutare, supportare e migliorare il nostro lavoro quotidiano?” Questa è la domanda che si pone costantemente e che è alla base del suo lavoro.

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