Le 4 caratteristiche fondamentali di un buon progetto Erasmus+ (e le 5 di un cattivo progetto)

Sebbene il futuro dell’Erasmus+ sia già alle porte, manca ancora un anno per completare il vigente percorso del Programma Erasmus+ per il settennato 2014-2020. Tante scuole si stanno infatti...

Sebbene il futuro dell’Erasmus+ sia già alle porte, manca ancora un anno per completare il vigente percorso del Programma Erasmus+ per il settennato 2014-2020.

Tante scuole si stanno infatti già preparando per consentire ai propri studenti di partecipare ad un’esperienza di formazione in mobilità all’estero che li aiuti a crescere personalmente e professionalmente, sviluppando abilità e soft skills utili come trampolino di lancio per il lavoro futuro.

Condizione necessaria per far sì che ciò avvenga in maniera puntuale e sistematica è quella di utilizzare tecniche e metodi propri dell’europrogettazione per la scuola attraverso cui procedere alla corretta stesura dell’idea progettuale, la cui realizzazione è composta da alcune fasi fondamentali, caratterizzate da specifiche azioni in grado di rendere un progetto competitivo.

La definizione di una buona idea progettuale è infatti di fondamentale importanza per lo sviluppo successivo di un progetto, ossia di un’opera complessa e unica che mira a raggiungere risultati specifici attraverso l’implementazione di attività specifiche realizzate attraverso l’impiego di risorse determinate, entro definiti limiti temporali.

Per far sì che la proposta progettuale generi quel valore aggiunto necessario a conferire qualità al progetto, è necessario che la sua realizzazione venga preceduta da una serie di importanti attività preliminari:

  • la raccolta di informazioni relative al contesto;
  • la formulazione delle motivazioni a sostegno dell’azione che si intende perseguire;
  • la valutazione del proprio grado di capacità nel presentare e gestire il progetto;
  • l’analisi di quanto già realizzato nello stesso ambito, in Europa e nel territorio di riferimento;
  • la riflessione sulla possibilità di produrre un impatto significativo sui beneficiari;
  • la ricognizione di fonti di finanziamento e la strutturazione di un progetto sostenibile.

La costruzione di un buon progetto richiede inoltre la definizione di una serie di elementi importanti:

  • Chi: è necessario definire chi sono gli attori del progetto, ovvero i soggetti chiamati a partecipare attivamente alla buona realizzazione dell’azione.
  • Quindi stakeholders, partner transnazionali, membri dello staff, beneficiari finali;
  • Dove: delineare il contesto economico e lo scenario in cui l’azione prenderà vita, riportando dettagliatamente dati, cifre e studi appropriati al fabbisogno descritto e alle buone prassi attivate;
  • Perché: “Perché serve questo progetto?” è la prima domanda da porsi per definire a quali esigenze o problemi il progetto mira a dare una soluzione;
  • Obiettivi: le finalità progettuali devono essere in linea con l’analisi svolta rispetto al problema o all’esigenza individuata, ma anche con i risultati che si intendono raggiungere;
  • Come: “In che modo possiamo realizzare il progetto?”. Tale elemento dà rilievo alla definizione della metodologia da utilizzare;
  • Cosa: occorre dettagliare in maniera precisa e puntuale quali sono le attività e le azioni da realizzare per dar vita ad un progetto di successo;
  • Budget: la definizione della parte economica del progetto è chiaramente uno degli elementi essenziali da prevedere. Occorre pertanto verificare la fattibilità del progetto e la sua sostenibilità per capire se sussistono le condizioni giuste per procedere.

Per agevolare il processo di sviluppo progettuale la Commissione europea ha predisposto l’utilizzo di una serie di strumenti metodologici utili a facilitare il raggiungimento degli obiettivi prefissati:

  • il quadro logico, la cui elaborazione permette di sintetizzare in un solo documento gran parte del lavoro di analisi preliminare alla formulazione del progetto vero e proprio. Attraverso questo strumento è possibile valutare la solidità dell’idea progettuale;
  • l’albero dei problemi, ossia un diagramma utile a identificare i problemi e le esigenze legati alle singole esigenze progettuali, al fine di identificare il contesto in cui l’azione dovrebbe concretizzarsi;
  • l’albero degli obiettivi, cioè un diagramma che permette di rappresentare ciò che si potrebbe osservare nella realtà se tutti i problemi, precedentemente identificati e analizzati, fossero risolti.

Padroneggiare i corretti strumenti dell’europrogettazione per la scuola diventa pertanto fondamentale per far sì che un progetto diventi nel tempo una buona prassi da seguire. Ma cosa distingue un buon progetto da uno non riuscito?

Un buon progetto è sicuramente un lavoro che ha queste 4 caratteristiche fondamentali:

  1. presenta dettagliatamente lo scenario di riferimento;
  2. esplicita chiaramente gli obiettivi;
  3. riporta esplicitamente le fasi esecutive e le sequenze delle attività;
  4. chiarisce la sostenibilità delle azioni e delle attività.

Un cattivo progetto è al contrario un lavoro che ha queste 5 caratteristiche:

  1. non riporta analisi di contesto;
  2. presenta obiettivi molto generici;
  3. pianifica poche attività;
  4. non prevede una valutazione dettagliata;
  5. non considera attività di gestione e controllo del progetto.

Siete pronti a mettervi alla prova?

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Laureata all’IUO in Scienze Politiche – Relazioni Internazionali, ha una grande passione per i viaggi, la conoscenza di nuove culture e “way of life”, lettura di romanzi, narrative, saggi. Ama stare con i suoi amici, con la sua famiglia e soprattutto con le sue splendide figlie. Nella sezione “Skills, Training and Projects” si occupa di progettazione europea e consigli per accrescere le competenze per una scuola competitiva e innovativa.

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