Studenti Plusdotati: la testimonianza di una mamma

(per tutelare la privacy del bambino e della mamma, i nomi indicati sono di fantasia)

Francesca, come si è accorta della plusdotazione di suo figlio? Ci racconti la sua esperienza

All’inizio, non avendo termini di paragone (al tempo figlio e nipote unico), prima di entrare a scuola per me mio figlio era un bambino vivace e dal carattere decisamente forte. Nonostante avesse imparato a leggere prima dei 3 anni e a scrivere poco dopo con l’ausilio di lettere magnetiche e tastiera del pc in totale autonomia sia in inglese che in italiano, è stato con l’Ingresso alla scuola dell’infanzia nel 2014 che abbiamo incontrato le prime difficoltà: la sua autonomia a scuola rappresentava un problema. Poco dopo abbiamo cambiato scuola e nella nuova scuola abbiamo cambiato sezione.

Qui abbiamo incontrato una maestra che ci ha aperto gli occhi sulle capacità di Andrea, bimbo con una marcia in più! Quello è stato l’input che mi ha spinta a cercare informazioni e a documentarmi in rete. Lì ho scoperto la plusdotazione.
Al secondo anno di scuola dell’infanzia, mio figlio ha cominciato a mostrare insofferenza, questo perché la maestra “illuminata”, per problemi familiari era spesso assente.
Attraverso i racconti di Andrea sono emersi dei comportamenti inadeguati da parte delle altri insegnanti in seguito ai quali fu scritta una pec alla dirigente scolastica descrivendo gli episodi riferitici: fummo ignorati.
A quel punto la decisione di ritirarlo da scuola.

Nel 2016 per motivi di lavoro, cambiamo regione di residenza – dalla Campania alla Puglia- e iscriviamo Andrea alla scuola primaria come anticipatario (in quanto nato ai primi di gennaio). Dopo la prima settimana di scuola gli insegnanti e il dirigente scolastico, palesemente impreparati ad utilizzare un approccio didattico adeguato per mio figlio e considerando le specificità che esprimeva, ci consigliano di intraprendere la strada dell’istruzione parentale.

Da qui nasce l’esigenza di fare una valutazione per alto potenziale cognitivo. Cerchiamo professionisti che siano territorialmente e facilmente raggiungibili, cosa che risulta alquanto difficile. Individuata una professionista in provincia di Bari – noi viviamo a Lecce – facciamo un primo test (matrici di Raven), risultando al 100° percentile e confermando una potenziale plusdotazione, da approfondire con ulteriori test, ai quali però Andrea non collabora attivamente, tanto da non permettere il rilascio di una certificazione scritta.
Avendo deciso di istruire e formare Andrea a casa, riteniamo inutile sottoporlo a ulteriori test per una certificazione ufficiale.

Dopo il primo anno da homeschooler, decidiamo di nostra volontà di non affrontare l’esame di ammissione alla seconda classe perché, considerandolo come anticipatario, risultava ancora fuori dall’obbligo di istruzione.

Alla fine del secondo anno da homeschooler, rientrando nell’obbligo di istruzione per età, presentiamo domanda di ammissione alla terza classe, domanda non avallata esplicitamente dalla scuola che avrebbe preferito fosse per la classe seconda.

L’esame viene svolto in un’unica giornata e, pur sapendo che era nostro diritto poter assistere, abbiamo preferito non farlo per evitare distrazioni o tensioni al bambino. Da premettere che nel programma presentato alla scuola, idoneo per l’ammissione in terza elementare, abbiamo illustrato in maniera dettagliata il metodo di studi adottato, aspetto che noi genitori riteniamo principale rispetto ai contenuti. Mio figlio, che per sua natura è irrequieto, dopo tre ore seduto in aula, ne esce distrutto! Alla fine dell’esame, le insegnanti riferiscono la non conoscenza totale del programma presentato. Consapevole che si stessero sbagliando, avendo affrontato in prima persona la sua formazione (sono in possesso degli strumenti cognitivi adeguati: diploma Magistrale e laurea in Filosofia), a dimostrazione della sua effettiva preparazione, reinterrogo io il bambino in loro presenza utilizzando la metodologia di studi indicata in programma oltre che esposta verbalmente. Esito della valutazione: idoneità per la seconda classe, piuttosto che per la terza (considerandolo come anticipatario), senza tenere conto della conoscenza totale del programma risultata con il mio intervento e non dando peso all’educazione parentale svolta.

Oggi se volessi reintrodurre mio figlio nel sistema scolastico mi troverei impossibilitata. Dovrei reinserirlo nella seconda classe, senza considerare la possibilità che la scuola stessa dà di iscriverlo come anticipatario, senza considerare l’età cognitiva superiore e il bagaglio di conoscenze e competenze acquisite relative alla terza classe, esponendolo quindi a una vita scolastica scarsamente stimolante oltre a una didattica inadeguata a valorizzare il potenziale cognitivo che esprime.

Alla scuola oggi manca proprio una didattica differenziata e adeguata alle peculiarità che i bambini con un alto potenziale cognitivo esprimono. Quando Andrea aveva iniziato la primaria, le insegnanti avrebbero potuto attuare un BES (Bisogni Educativi Speciali), non solo in merito alla pludotazione ma anche semplicemente tenendo conto del nuovo contesto, in seguito al trasferimento. Uniche richieste fatteci sono state di una valutazione da realizzarsi presso il dipartimento di neuropsichiatria infantile della ASL, senza considerare che le strutture sanitarie pubbliche italiane, nella stragrande maggioranza dei casi non sono pronte ad una valutazione per alto potenziale cognitivo, lavorando esclusivamente sui i deficit e eventuali patologie di tipo neuropsichiatrico.

Purtroppo il tema della plusdotazione in Italia è scarsamente conosciuto e quei pochi centri che se ne occupano sono principalmente nel nord della nostra penisola. Senza considerare che seppur in possesso di una valutazione presso un centro specializzato, l’assenza di una rete che connetta scuola, famiglia e percorsi psicologici adeguati non porta da nessuna parte.

E’ da queste considerazioni che, insieme ad altre mamme, è nata l’Associazione Italiana Supporto Gifted, un’associazione virtuale – costituita da genitori – che fa da collante tra le diverse realtà allo scopo di:

  • trovare insieme percorsi in supporto ai diversi bisogni dei nostri figli sia in ambito scolastico che sociale e ricreativo per diminuire le loro difficoltà nel doversi integrare ed adattare ad un sistema scolastico sicuramente non pronto per le loro necessità
  • creare opportunità di potenziamento e sviluppo delle loro personali potenzialità.
  • individuare associazioni che lavorino nell’ambito degli apprendimenti e metodologie di studio e disponibili ad approfondire la tematica della plusdotazione per poterci proporre ausili mirati.
  • creare un elenco di professionisti sulla plusdotazione diviso per regioni e città in modo da fornire uno strumento immediato a chi cerca d’individuare un centro o professionisti per una valutazione il più vicino possibile alla propria città
  • creare un documento informativo comune sulla plusdotazione da poter fornire alle scuole che i nostri figli frequentano
  • essere un punto informativo di riferimento per gli insegnanti ed i dirigenti scolastici sperando di poter, con la nostra associazione, essere utili alla mediazione e diffusione della conoscenza in Italia sulla plusdotazione.

Un’associazione che faccia da supporto e tenga unite tutte quante le realtà a prescindere dall’ubicazione geografica, dalle condizioni economiche, dal contesto sociale e culturale, perché la plusdotazione è un dono equamente distribuito…

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Referente dell’Osservatorio Permanente della Formazione in Mobilità Internazionale di ETN. Diplomata Tecnico Commerciale e Programmatore, da sempre appassionata di scienze sociali. Tratto caratteristico della sua persona sono l’attitudine all’apprendimento continuo oltre che una buona dose di curiosità epistemica, elementi che insieme ad un profondo sentimento di partecipazione attiva verso il proprio lavoro hanno favorito la scelta di riprendere gli studi in Sociologia.

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