Le soft skills stanno diventando sempre più importanti nel mercato del lavoro

Nel mondo anglosassone le chiamano soft skills e negli ultimi anni stanno recitando un ruolo sempre più importante nel mercato del lavoro. Sono le competenze traversali, ovvero quel tipo...

Nel mondo anglosassone le chiamano soft skills e negli ultimi anni stanno recitando un ruolo sempre più importante nel mercato del lavoro. Sono le competenze traversali, ovvero quel tipo di abilità legate al background socio-culturale e alla sfera delle attitudini naturali, fondamentali per rapportarsi in maniera proficua ed efficiente nell’ambiente lavorativo.

Non deve stupire più di tanto se, in un mondo globalizzato e ipertecnologico come quello in cui viviamo – nel quale si stanno affermando nuove forme di forza lavoro (es: l’intelligenza artificiale), affiancando o in alcuni casi sostituendo quelle più tradizionali – le skills traversali stanno assumendo sempre più valore agli occhi dei datori di lavoro. Aver sviluppato un’attitudine al team-work; essere in possesso di una capacità di adattamento; mostrare ottime doti di pianificazione e di problem solving, così come una spiccata predisposizione all’aggiornamento in tempo reale, o anche saper comunicare in maniera efficace e coinvolgente, sono tra le abilità più richieste nel moderno universo del lavoro.

Ma quanto “pesano” in un’ottica di selezione le soft skills al giorno d’oggi? Decisamente tanto, se, come è emerso da uno studio condotto dall’Università di Harvard, insieme alla Carnegie Foundation e allo Standard Foundation Center, l’85% del successo professionale deriva dall’essere in possesso di competenze traversali ed umane ben sviluppate.  Soltanto il 15%, invece, è legato alle hard skills, ovvero le competenze e conoscenze tecniche, quelle acquisite durante il percorso didattico/istruttivo.

Addirittura, secondo un documento di Microsoft e Mckinsey, una percentuale tra il 30 e il 40% degli impieghi futuri dipenderà dalle abilità socio-emotive. Di più: secondo una ricerca diretta da Kelvin Murray & Co, nell’ormai lontano 2015, il 97% dei datori di lavoro intervistati considerava le soft skills come essenziali per la crescita e il successo del proprio modello di business.

Eppure, quasi paradossalmente, il 54% dei dipendenti affermava di non aver inserito le soft skills nel proprio curriculm vitae.

Questo testimonia il fatto che avere piena consapevolezza delle abilità trasversali nel caso del lavoratore, o saperle riconoscere in quello del datore di lavoro, non è affatto banale. Anzi, quella di scegliere un candidato con le giuste competenze traversali rappresenta una delle sfide più complesse da affrontare per i principali attori del mercato del lavoro. Un altro problema da risolvere è poi quello di garantire lo sviluppo delle soft skills. Un qualcosa di non scontato come sembrerebbe ovvio: soltanto il 31% dei datori di lavoro fornisce ai propri dipendenti gli strumenti necessari per lo sviluppo delle soft skills.

Ma, per poter estrarre valore da esse, le competenze traversali devono essere continuamente esplorate, sviluppate e arricchite attraverso un adeguato percorso di formazione. Si tratta di orientare i dipendenti verso il successo, offrigli gli strumenti necessari per raggiungerlo, mettendoli nella condizione di poter realizzare le proprie ambizioni professionali.

Tutto ciò é anche nell’interesse anche del datore di lavoro. Secondo i ricercatori del MIT, che hanno analizzato puntigliosamente un programma di formazione basato sulle competenze trasversale delle durata  di 12 mesi con un particolare focus su problem solving e decision making, investire sulla formazione delle soft skills può portare a ritorni fino al 250%.

Ma quali sono le soft skills più preziose? Nel 2014 un colosso come Google ha condotto un test nel tentativo di stilare una gerarchia: il coaching è risultata l’abilità traversale più importante. Sul podio sono finite anche l’attitudine all’ascolto e alla comunicazione, oltre alla capacità di avere intuizioni innate. Più o meno le stesse skills più richieste su LinkedIn nel biennio prepandemico, con l’aggiunta di creatività, collaborazione e persuasione.

Ormai il trend è chiaro. La natura del mercato del lavoro è in continua evoluzione. E le soft skills – insieme alla flessibilità lavorativa, la trasparenza retributiva e la nuova e più diffusa sensibilità contro le molestie sul posto di lavoro – sono uno degli aspetti più importanti di questo cambiamento.

Articolo di Vincenzo Lacerenza

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