Nostalgia canaglia!

7 consigli utili per rendere meno traumatico il ritorno a casa

E’ l’ultimo giorno di Erasmus e ti ritrovi cogitabondo e gemebondo alle prese con il ricordo del party d’addio della sera precedente.

Prepari la valigia e tra un mal di testa e una camicia, una camicia e un mal di testa, potrebbe scapparci la lacrima. Sapete come funzionano queste cose, no?

Perché tra nuovi amici, il tuo soul brother, una nuova cultura e il senso di indipendenza (niente più sveglie brusche perché “è pronto da mangiare!”), la tua nuova vita ti piaceva parecchio.

E allora, per non trasformare la nostalgia in tristezza, ecco 7consigli per rendere meno traumatico il tuo ritorno a casa.

1 NON TORNARE A CASA 🙂

2 Se il primo punto non è percorribile, pensa che, una volta tornato a casa, finalmente mangerai come si deve. Perché non vorrai mica chiamare cibo quegli strani intrugli che ti preparavi durante l’Erasmus?

3 Colpiti dalla sindrome del “figliol prodigo”, i tuoi genitori – soprattutto durante le prime settimane – saranno pronti ad esaudire qualsiasi tuo desiderio. Approfittane per farti regalare l’Iphone 20 che ti avevano negato a Natale.

4 Per i tuoi amici sarai una sorta di vate e passerai le serate a raccontare loro aneddoti sul tuo periodo all’estero che neanche il capitano Achab su Moby Dick. Occhio a non esagerare con gli abbellimenti: i tuoi amici ti conoscono e potresti perdere subito credibilità.

5 Un periodo splendido ma intenso, quello dell’Erasmus: tra corsi di lingua, corse per essere puntuale, impegno per lo stage e feste varie (non di solo lavoro è fatta l’esistenza) non hai avuto un attimo di pausa. E allora una volta tornato, puoi seguire il consiglio di Mika: https://www.youtube.com/watch?v=RVmG_d3HKBA

6 Il tuo aereo è atterrato per cui puoi evitare di leggere questo articolo sugli aeroporti: https://www.educationtrainingnetwork.com/magazine/2016/07/28/il-tuo-volo-e-in-ritardo-no-problem-ecco-la-soluzione-per-te/

7 Smaltito il fuso party, puoi approfittarne per pensare…al prossimo viaggio.

 

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Do you know that?Language Courses: Studying Abroad_Italiano

Laureato in Lingue e Letterature Straniere, ha vissuto a Torino, Barcellona, Valencia e Londra.
Appassionato di musica, letteratura, ricordi e sguardi fragorosi, in “Do you know that” scrive di elenchi, curiosità, consigli e viaggi (veri e immaginati).

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