“Un boccale di birra è un pasto da re”: l’Irlanda non sarebbe l’Irlanda senza i suoi pub

Scriveva William Shakespeare nel racconto d’inverno (A Winter’s Tale): “un boccale di birra è un pasto da re”. Questo è esattamente lo spirito che si respira nei tipici pub...

Scriveva William Shakespeare nel racconto d’inverno (A Winter’s Tale): “un boccale di birra è un pasto da re”. Questo è esattamente lo spirito che si respira nei tipici pub irlandesi, icona dell’isola, divenuti ormai famosi in tutto il mondo. Caldi, accoglienti, tempio di buona musica e altrettanto buona birra.

Un viaggio in Irlanda non sarà quindi realmente immersivo se non varcherete almeno una volta la soglia di un classico pub, di cui le città di Smeraldo sono fitte. Quasi alla stregua di un monumento, un parco o una mostra, si tratta di una meta assolutamente imperdibile, in grado di regalare un’autentica esperienza irish.

Non si tratta infatti solo di un tipico punto di ristoro in cui rilassarsi al termine di lunga giornata, che sia lavorativa, di studio o semplicemente di turismo. Il pub irlandese rappresenta una vera e propria istituzione, il centro della vita comunitaria, pronto ad accogliervi in ogni momento della giornata, luogo di incontro e socialità per antonomasia. È infatti la parola stessa a suggerirlo.

Il termine “pub” altro non è che l’abbreviazione di Public House, quindi un luogo di aggregazione, scambio e comunicazione aperto a tutti. Il Pub nasce in origine come drogheria, una sorta di primo supermercato, che andò man mano specializzandosi nella vendita, e poi somministrazione, di liquori e alcolici in generale. Il droghiere diventa ben presto oste e il pub assume così già dal XVIII secolo le caratteristiche che è possibile riscontrare ancora oggi, come i lunghi banconi di legno bruno, mensole e scaffali, le timide insegne che richiamano il cognome del proprietario e poi gli incontri, le amicizie, gli amori, musica, Guinness e poesia. Sì, poesia. Perché era qui che un tempo si incontravano scrittori, intellettuali ed artisti, era qui che prendevano vita le opere, le imprese e le idee che hanno segnato la cultura del nostro tempo, da Joyce a Wilde a Beckett.

E ancora oggi, da quegli sgabelli, è possibile percepire quelle atmosfere sospese, quell’aria senza tempo, aria di casa, in cui, tra una pinta e l’altra, è davvero impossibile non sentirsi a proprio agio, non entrare nel mood irlandese e non socializzare. Quello del pub è quindi un vero e proprio ruolo culturale e sociale, a prova di timidi e solitari, in cui sentirsi in compagnia anche da soli, in cui sentirsi accolti anche se stranieri. Tutto il calore e l’ospitalità degli irlandesi si traduce e si concretizza proprio qui, nelle public houses, che ornano piazze e incroci, al riparo dal sole e dalla pioggia, su degli sfondi da cartolina come solo l’isola di Smeraldo sa donare.

Vi lascio con un “slàinte” beneaugurale. Se non volete sfigurare con i vostri nuovi amici irlandesi al pub, sfoggiate pure questo brindisi in gaelico (“salute”) e sarete subito dei perfetti convitati irish.

 

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Anthea Claps

Laureata in Filologia classica presso l’Università Federico II di Napoli, ha una grande passione per l’arte, la musica e i viaggi. Animata da insaziabile curiosità, sostiene l’importanza della cultura e del “never stop training”. Con lo stesso spirito si occupa di e-learning presso ETN.

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