Studenti plusdotati e BES (nota Miur n° 562): intervista alla Dott.ssa Anna Maria Roncoroni, neuropsicologa e Presidente dell’AISTAP

In riferimento alla nota Miur n° 562 del 3 aprile 2019, pubblichiamo l’intervista esclusiva fatta alla Dott.ssa Anna Maria Roncoroni, neuropsicologa, Dottore di Ricerca in Psicologia, Co-fondatrice e Presidente...

In riferimento alla nota Miur n° 562 del 3 aprile 2019, pubblichiamo l’intervista esclusiva fatta alla Dott.ssa Anna Maria Roncoroni, neuropsicologa, Dottore di Ricerca in Psicologia, Co-fondatrice e Presidente dell’Associazione Italiana per lo Sviluppo del Talento e della Plusdotazione (www.aistap.org), membro del General Committee dell’European Council for High Ability (ECHA) oltre che membro del Comitato Tecnico Nazionale per la tutela del diritto allo studio degli studenti plusdotati e di talento, istituito presso il MIUR con decreto Dipartimentale R. 0001603.12 dal 15/11/2018.

 

Dott.ssa Anna Maria Roncoroni, lo scorso 3 aprile il MIUR ha pubblicato la nota n° 562 attraverso la quale inserisce gli studenti plusdotati nei BES. Cosa ne pensa?

Molto dipenderà da come alla fine dei lavori del tavolo ministeriale i BES saranno definiti e quindi si capirà meglio se sarà una cosa positiva oppure un freno allo sviluppo di una cultura specifica che vada incontro alle esigenze di questi studenti. Per adesso, comunque, questa appare una delle poche strade percorribili.

La stessa nota fa riferimento alla scuola primaria e agli studenti plusdotati che manifestano dei disagi: condivide questa scelta?

La nota è solo una specifica di quando già uscito nel 2012 e quindi per adesso inserisce solo quelli che hanno problematiche, escludendo la maggior parte degli studenti plusdotati dalla necessità di avere un supporto adeguato. Ma credo che a breve le cose potranno cambiare.

La nota n° 562 è un’azione che va in continuità con l’Istituzione Comitato Tecnico per la tutela degli alunni ad alto potenziale intellettivo di novembre 2018?

Non direi ma si tratta solo di una nota correttiva. Fino a quando i lavori non saranno conclusi ci si dovrà attenere a quanto stabilito. Teniamo conto comunque che esiste anche il D.P.R. del 1999 sull’autonomia scolastica che permette ampia autonomia alle scuole che desiderano applicarla sino in fondo.

In tema di tutela del diritto allo studio degli studenti plusdotati, ritiene che manchi qualcosa alla scuola Italiana?

Più che di diritto allo studio parlerei di diritto all’apprendimento, che per questi studenti è spesso violato in quanto a scuola apprendono, soprattutto all’inizio del percorso scolastico, molto poco. La scuola italiana, che comunque ha tantissimi punti di forza sui quali puntare e fare leva, deve cercare di andare incontro anche a questa popolazione, formandosi in modo adeguato.

Ci sono dei paesi europei le cui politiche educative in tema di plusdotazione e talento, a suo avviso, sono significative?

In diversi paesi europei e non, esistono leggi specifiche che vanno incontro alle esigenze di questi studenti, così come di tutti gli altri. Quasi tutti i paesi europei ormai non li hanno più inseriti nei BES (SEN in inglese), che era stato in molti casi il primo passo per il loro riconoscimento. Il nostro sistema scolastico, in altre parole, ha bisogno solo di affrontare questo tema prendendo anche spunto da quanto già fatto in altri paesi, per non commettere gli stessi errori, ma creandosi al contempo una propria identità che è specifica della nostra cultura, preziosa e ricca come poche altre.

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Referente dell’Osservatorio Permanente della Formazione in Mobilità Internazionale di ETN. Diplomata Tecnico Commerciale e Programmatore, da sempre appassionata di scienze sociali. Tratto caratteristico della sua persona sono l’attitudine all’apprendimento continuo oltre che una buona dose di curiosità epistemica, elementi che insieme ad un profondo sentimento di partecipazione attiva verso il proprio lavoro hanno favorito la scelta di riprendere gli studi in Sociologia.

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