Una scuola “changemaker”: intervista al Professor Vincenzo Panettieri, esperto G-Suite e Animatore Digitale

Una scuola "changemaker" a Barletta

Sebbene in Italia gli istituti scolastici fatichino a raggiungere un elevato livello di digitalizzazione, a Trinitapoli, in provincia di Barletta, si trova una delle pochissime scuole italiane nominate “changemaker” che utilizza correntemente gli strumenti forniti da G-Suite for Education, con il 100% di docenti e l’80% di alunni connessi, che corrispondono a 80 insegnanti e ben 800 studenti; si tratta dell’Istituto Comprensivo “Garibaldi – Leone”, l’unico istituto italiano rientrante in “Classroom Bridges”, la rete internazionale delle classi connesse attraverso Google Classroom.
Ho intervistato Vincenzo Panettieri, docente di Arte e Immagine, nonché Admin Google G-Suite e Animatore Digitale dell’Istituto, per comprendere meglio cosa vuol dire essere una scuola “changemaker” e come la tecnologia, e in particolare gli strumenti Google, abbiano rivoluzionato e migliorato il lavoro scolastico.

 

Professor Panettieri, cosa vuol dire far parte di una scuola “changemaker” con la quasi totalità di docenti e alunni “connessi”?
Questi possono essere dati stimolanti per definirci una Scuola che porta cambiamento e innovazione. Siamo gemellati con altre scuole attraverso una rete creata da noi: scuolarete.org.

In particolare, quali strumenti digitali utilizzi in classe?
In base al tipo di lezione che voglio svolgere, utilizzo il pc o il tablet, con penne sensibili a pressione, a volte anche lo smartphone, proiettando sulla parete il contenuto con software di mirroring. In assenza di proiettori uso un tablet con un proiettore integrato.
Come software, utilizzo principalmente Google Classroom con il relativo drive e per i quiz utilizzo spesso i moduli di Google, oppure utilizzo one drive di Microsoft, poiché la nostra scuola ha anche una piattaforma office365.

Sei SuperAdmin della piattaforma G-Suite con particolare attenzione a Google Classrom…
La nostra scuola emerge come istituto all’avanguardia per quanto riguarda l’uso delle G-Suite: in collaborazione con il Dirigente, Roberta Lionetti, e al DSGA, Claudio Colecchia, abbiamo trasformato la nostra G-Suite Classroom in una piattaforma di comunicazione, che ha consentito di migliorare tutti i problemi comunicativi che di solito affliggono le scuole, realizzando un vero e proprio “Istituto Virtuale”, con all’interno il 100% dei docenti e l’80% degli alunni (percentuale in costante crescita).
Utilizziamo questa piattaforma da quattro anni e siamo stati tra le prime scuole in Italia ad aver iniziato una sperimentazione globale con le Google App for Education.

Grazie a queste app, quali innovazioni hai apportato alla tua azione didattica e come integri questi strumenti con la didattica tradizionale?
La prima in assoluto è l’uso della didattica BYOD, che mi ha permesso di distribuire e ricevere del materiale in tempo reale senza l’utilizzo delle mail.
Il 40-50% delle lezioni, quindi, viene svolto in modalità BYOD; la restante parte con l’uso di classroom, come repository per gli alunni e per i colleghi, e infine didattica tradizionale.

È migliorato l’apprendimento degli studenti?
Il miglioramento è globale: un clima didattico più disteso, un senso di squadra e di responsabilizzazione verso l’uso dello smartphone, i livelli di apprendimento e le conseguenti valutazioni didattiche hanno registrato un notevole miglioramento, maggiore flessibilità e ottimizzazione dei tempi nello svolgimento dei compiti degli studenti.

Questi strumenti permettono di svolgere una didattica inclusiva e differenziata: in che modo?
Con Classroom posso scegliere il tipo di materiale e a chi spedirlo in modalità differenziata. Questo mi permette di creare gruppi di lavoro misti, non solo in base alle caratteristiche degli alunni.
Tendenzialmente, questo tipo di didattica viene apprezzata molto dai BES e dai ragazzi che fanno parte di quella fascia che viene ritenuta di eccellenza.

Quali vantaggi hai ottenuto grazie all’utilizzo di questa piattaforma?
I vantaggi sono inerenti alla possibilità di avere un luogo digitale ben definito, riservato alla comunicazione e alla distribuzione, che risulta a mio parere un grande punto di forza; alla condivisione attraverso una piattaforma nella quale tutti i colleghi possono attingere a materiale didattico condiviso, creando concettualmente una serie di biblioteche virtuali: tale piattaforma inoltre ha il vantaggio di banalizzare la tecnologia con protocolli semplici, sviluppando infiniti vantaggi aggiuntivi, che rendono la nostra scuola un luogo professionalmente cordiale e sereno.

Le app di G Suite hanno migliorato anche il sistema comunicativo con gli alunni, i genitori e gli altri docenti?
Il nostro motto iniziale, come base di partenza era “La comunicazione tra docenti… il grande bug della Scuola”.
La problematica urgente da risolvere, quindi, era la comunicazione tra docenti. Successivamente, abbiamo sviluppato anche la comunicazione con gli studenti. Per quanto riguarda i genitori, per le comunicazioni private e burocratiche non utilizziamo le G-Suite, ma protocolli certificati italiani.
Classroom lo utilizziamo per tutte le comunicazioni informali e di carattere generico.

Attraverso questi strumenti anche gli alunni possono comunicare tra loro in modo sicuro: perché?
Il nostro sistema è a prova di Cyberbullismo e GDPR, sarebbe un po’ complesso da spiegare in breve: gli alunni possono comunicare tra loro solo in contesti didattici, gestiti dai docenti. Per le loro comunicazioni private hanno infiniti sistemi di comunicazioni personali, che esulano dal contesto scolastico.

Qual è stata la risposta degli studenti?
Positivissima. In realtà, dai sondaggi o dagli articoli che leggo, gli alunni avvertono la scuola come un luogo antico senza stimoli; con questo tipo di tecnologia, invece, nella nostra scuola il loro interesse è aumentato.

E degli altri insegnanti?
Gli insegnanti ritengono ormai Classroom uno strumento integrato perfettamente nel nostro contesto scolastico. Infatti, i docenti che si trasferiscono in altri istituti ci riferiscono che in altre scuole non utilizzano questo sistema comunicativo e rimpiangono l’efficienza e l’efficacia della nostra scuola, in termini comunicativi e organizzativi.
I docenti che entrano per la prima volta nella nostra scuola chiedono immediatamente l’account scolastico.

Oggi ti senti di consigliare G-suite for Education?
Assolutamente sì. Innanzitutto per la certificazione delle utenze.
In secondo luogo, per i vantaggi pratici, tra i quali uno spazio infinito di archiviazione, comunicazioni senza pubblicit
à, affidabilità di un sistema sicuro.
La sensazione è quella di sentirsi coccolati e protetti da una grande azienda.

 

Se vuoi essere anche tu il promotore della digitalizzazione e ti interessa far diventare la tua scuola una scuola “changemaker”, non perdere l’occasione di seguire la lezione gratuita del corso “G Suite per migliorare la didattica digitale”. Clicca qui per seguirla.

Categories
News_Italiano
Mariassunta Telesca

Laureata in Filologia Moderna, Giornalista pubblicista, da sempre appassionata di innovazioni digitali. “Come la tecnologia può aiutare, supportare e migliorare il nostro lavoro quotidiano?” Questa è la domanda che si pone costantemente e che è alla base del suo lavoro.

One Comment
  • Una scuola “changemaker”: intervista al Professor Vincenzo Panettieri, esperto G-Suite e Animatore Digitale – ETN Magazine | Lim e dintorni
    4 April 2019 at 3:54 pm
    Leave a Reply

    […] Sorgente: Una scuola “changemaker”: intervista al Professor Vincenzo Panettieri, esperto G-Suite e… […]

  • Leave a Reply

    *

    *

    RELATED BY