An espresso, please: 6 cose che non sapevi sugli inglesi – ep. 3

Mission English Reloaded Episodio 3
Caffé Nero Londra

Quante volte avete cantato “Live Forever” degli Oasis cercando di imitare il temibile accento mancuniano dei fratelli Gallagher? E quante volte durante lo strascicato maybeeeee della strofa iniziale avete chiuso gli occhi immaginando pub, Union Jack, fratellanza e brotherhood con l’acca aspirata?

Eppure (ok, lo ammetto, adoro questa “congiunzione con valore assertivo più forte di ma”- grazie, dizionario online!) ora siete in Inghilterra e iabadabadù!! vi sentite già supersonici e non dovete nemmeno scomodare dotte citazioni, sempre utili quando non si ha niente da dire.

L’Inghilterra è il volante a destra, il Big Ben, la Regina, i Queen e il Meridiano di Greenwich; è la birra tutta d’un fiato alla fine della settimana lavorativa, è la birra tutto d’un fiato se non hai un lavoro.

Ma siete sicuri di sapere davvero tutto sugli usi e costumi inglesi? Se la risposta è negativa leggete questi 6 suggerimenti per partire preparati e avere un impatto soft con la nuova cultura:

1 La pronuncia, acerrima nemica delle regole.
Non c’è motivo per il quale la doppia “o” di moon diventa “u” mentre quella in “door” rimane “o”. E molte altre stranezze. Agli inglesi piace sorprende e sorprendersi e a noi non resta che adeguarci.
A proposito: Greenwich, il famoso meridiano, si pronuncia “ɡrɪnɪdʒ”.

2 La metropolitana – tube, per chi vuole essere cool – è come il Mar Rosso.
Prima di salire sul vagone, bisogna assicurarsi che anche l’ultimo passeggero sia sceso, pena occhiatacce e rimproveri ad alta voce da parte degli altri viaggiatori.
Sull’autobus è lo stesso: che ci sia il pienone o soltanto voi e un altro passeggero, per salire occorre rispettare la fila.
Quindi non fate i furbi e hold the queue” (a proposito di pronuncia: queue è semplicemente kju).

3 Sule scale mobili non state immobili 
O meglio: sostate a destra per farvi trasportare pigri e beati, spostatevi a sinistra se avete fretta o semplicemente non volete ammirare i giganteschi cartelloni pubblicitari all’interno della stazione. Il famoso Stand right, walk left. Se non siete Leopardi, passare dal bello (del cartellone) al vero (della protesta di chi intralciate) non è piacevole.

p.s. Gli italiani si riconoscono subito: sostano immobili sul lato sinistro e si lamentano di questi inglesi che chiedono di poter passare.
Un’imprecazione, un passo a destra e poi di nuovo a sinistra. E il valzer prosegue fino all’uscita.

4 I false friends, questi sconosciuti.
I false friends, falsi amici, sono parole inglesi che assomigliano all’italiano ma che hanno un significato completamente diverso.

Qualche esempio?
Actually: non attualmente ma in realtà;
Argument: non argomento ma discussione;
Library: non libreria ma biblioteca;
Stamp: non stampa ma francobollo;
To abuse: non abusare ma approfittare;
Chest: non cesto ma petto;
Cold: non caldo ma freddo.

Occorre fare attenzione prima di invitare dall’Italia nonni, zii e cugini per accontentare il tuo coinquilino, desideroso di conoscere i tuoi parents (genitori). Potreste trovarvi con un’invasione di scalmanati familiari poco familiari con le regole (in tal caso, proponete questo articolo)

5 Gli inglesi e le buone maniere
Gli inglesi, lo avrete capito, sono persone educate: che vi chiedano un prestito, un passaggio in bici o vi mandino al diavolo, lo fanno sempre usando il “please”(per piacere).
Pare che ogni cittadino britannico, per sentirsi a posto con la propria coscienza, ne debba distribuire almeno 10 al giorno. E allora non resta che adattarsi…please!
Un’unica avvertenza: se siete balbuzienti, ve ne sarà comunque contato uno alla volta.

6 An espresso, please. Niente da fare: per quanto ci ingegniamo nella descrizione, aiutandoci anche con il gesto del pollice e dell’indice quasi incollati tra di loro, il barista sorridente ci servirà sempre un caffè disperatamente lungo. Inutile protestare, per loro il caffè è una bevanda e non un amabile pretesto: a Londra deve riempire la tazza fino all’orlo.
Del resto nessuno è perfetto…provate a pronunciare throughly, se ci riuscite!

 

 

Avete tempo da perdere? Leggete gli altri episodi della Mission English Reloaded

 

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Laureato in Lingue e Letterature Straniere, ha vissuto a Torino, Barcellona, Valencia e Londra. Appassionato di musica, letteratura, ricordi e sguardi fragorosi, in “Do you know that” scrive di elenchi, curiosità, consigli e viaggi (veri e immaginati).
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