La grammatica valenziale e le piccole grandi crisi pt. 1

Il momento di transizione che stiamo vivendo, in ogni ambito della società, della politica, della cultura, della conoscenza e dei costumi dà vita sistematicamente a una serie di piccole...

Il momento di transizione che stiamo vivendo, in ogni ambito della società, della politica, della cultura, della conoscenza e dei costumi dà vita sistematicamente a una serie di piccole o grandi “crisi” che sono l’inevitabile conseguenza dell’inadeguatezza delle logiche e delle pratiche precedenti – ancora profondamente connaturate al sentire comune – rispetto al nuovo che avanza. Il fatto che siano in atto delle trasformazioni non implica affatto che vi sia poi progresso, inteso in senso illuminista…
Tuttavia, come lavoratori e come cittadini, siamo tenuti a tenerne conto.

Nella scuola, queste crisi risultano particolarmente evidenti: le modalità di apprendimento dei ragazzi, il loro modo di porsi rispetto allo studio, ai docenti, all’istituzione scolastica, le loro motivazioni e aspirazioni future hanno subito un processo di trasformazione piuttosto rapido e radicale negli ultimi 20-25 anni. Un fenomeno a cui hanno sicuramente contribuito, tra altri fattori, la rivoluzione digitale, la consapevolezza che difficilmente, in futuro, potranno godere della stessa qualità di vita delle generazioni precedenti e il profondo mutamento nel rapporto tra genitori e figli.

Per quanto concerne il tema che andiamo qui a trattare, ossia lo studio della grammatica italiana, la mia esperienza di docente in questa materia mi ha consentito di constatare quanto significativa sia la componente di studenti che presenta gravi lacune nella consapevolezza dei fenomeni propri della lingua e persino nella conoscenza di alcuni concetti base: ragazzi che confondono sostantivi e verbi, che non sono in grado di individuare il soggetto delle proposizioni, che non solo ignorano la denominazione dei vari tempi verbali, ma nemmeno sono in grado di valutare se una voce sia genericamente al passato o al futuro indicativo!
Ciò non toglie che ve ne siano tanti altri che, al contrario, mostrano grande padronanza nelle questioni grammaticali, ma è un dato di fatto che almeno un terzo degli allievi si trova in grossa difficoltà, al riguardo, e ne vediamo alcuni persino alla facoltà di Lettere dell’università. Rispetto a qualche decennio fa, si registra un innegabile peggioramento generale.

La situazione è dunque preoccupante ed è necessario un nuovo approccio didattico che offra la possibilità di stimolare gli studenti attraverso un modello grammaticale più semplice e intuitivo, ma, al tempo stesso, più razionale e basato su presupposti scientifici.
La proposta che ha riscosso più consenso, negli ultimi anni, è certamente “la Grammatica Valenziale”, la cui diffusione in Italia è avvenuta soprattutto grazie alle ricerche fatte, a partire dagli anni ’80, del celebre linguista Francesco Sabatini e al successo dei suoi testi scolastici.

Accenniamo, a questo punto, che Sabatini è stato (insieme a Tullio De Mauro, Raffaele Simone e tante altre e altri) tra i protagonisti di quel dibattito veramente innovativo e profondo che, nell’ultimo trentennio del secolo scorso, vide (caso più unico che raro, in Italia) un vivace e proficuo confronto tra ricerca e mondo della scuola sul problema del rapporto tra conoscenza delle norme e uso corretto della lingua e che portò alla diffusione del concetto di educazione linguistica.

Dunque, il Modello Valenziale si pone come alternativa alla tradizionale analisi logica: unendo il concetto di sintassi al concetto di semantica, permette di studiare la grammatica partendo dal lessico. Secondo la Grammatica Valenziale, al centro della frase c’è il verbo e ad esso sono collegati gli argomenti (o attanti), cioè gli elementi strettamente necessari per completare il significato del verbo stesso. La proprietà del verbo di aggregare gli elementi di base della frase viene chiamata valenza: da qui l’espressione “Grammatica Valenziale”.

 

Qui potete leggere la seconda parte dell’articolo

 

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Laureato in Lettere Moderne, docente abilitato in italiano, latino, storia e geografia. Una grande passione per il Rock Alternativo e, in particolare, per la New Wave dei primi anni ’80, pur non trascurando cinema e letteratura. Ama viaggiare e ancor di più pianificare il viaggio, fantasticando per ore sull’atlante. Trascorre i pomeriggi tra documentari sugli “Anni di Piombo” e servizi televisivi di calcio d’epoca.

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