La Bulgaria, le cicogne e un uomo di buon cuore

La Bulgaria è un posto speciale… Dalla Bulgaria arriva una favola di amore e solidarietà nei confronti della natura: nelle gelide temperature di questi giorni, anche -10° C e...

La Bulgaria è un posto speciale…

Dalla Bulgaria arriva una favola di amore e solidarietà nei confronti della natura: nelle gelide temperature di questi giorni, anche -10° C e 15 cm di neve, centinaia di cicogne sono rimaste bloccate dal gelo, rischiando di morire se Safet Halid, un contadino di buon cuore di 53 anni, non fosse intevenuto.

Siamo nel villaggio di Zaritsa, vicino a Dulovo, nel nordeste del paese. Lì circa 200 cicogne sono state bloccate dal maltempo durante la migrazione: le cicogne, a causa della bufera di neve, non sono riuscite a salire su alberi e tralicci e con le ali congelate o con gli arti rotti rischivano di morire.

Safet mentre rincasava ha trovato 4 cicogne a terra in difficoltà. Le ha prese, le ha portate a casa, ha accesso la stufa, le ha accomodate sul letto e le ha dato qualche pezzo di pesce da mangiare. Passata la notte, è uscito di nuovo e ha trovato un altro esemplare. L’ha preso e l’ha portatao a casa, salvando anche quello.

Successiamente il cotadino ha postato le foto delle cicogne sui social e la Rete ha fatto il resto: altri abitanti del villaggio sono usciti a salvare le cigogne, salvando anche dei falchi, e le autoritò locali hanno attivato un numero verde e dei centridi raccolta per questi animali.

Safet ha ricevuto una targa per il suo esempio ed anche un piccolo riconoscimento da parte delle autorità locali.

Nel frattempo il Centro di Riabilitazione della Fauna Selvatica raccomda di rilasciare in natura al più presto tutti gli uccelli salvati. Safet sicuramente lo farà ma con calma quando le temperature saliranno. In fondo l'”uomo delle cicogne” si è già affezzionati ai suoi nuovi amic che lo fisaano e gli occupano il divano.

 

Fonte e foto: Bulgaria, l’uomo delle cicogne che combatte contro il gelo: “Abbiamo aperto le nostre case per salvarle” (La Repubblica)

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